
“Dio parla con tutti, tutto il tempo…”
Neale Donald Walsch è un personaggio fuori dal comune.
Autore della trilogia “Conversazioni con Dio” e di tanti altri libri dedicati alla spiritualità e alla conoscenza di sé, è riuscito ad arrivare al cuore di milioni di persone, ispirando importanti cambiamenti nelle loro vite.
Credente curioso e libero, attraverso i suoi scritti e la sua attività di comunicatore e formatore, si è fatto portavoce delle domande esistenziali che ognuno di noi porta dentro di sé, ma che spesso fatichiamo a formulare per pudore, paura o scarsa fiducia nell’Interlocutore.
Proprio sulla fiducia incondizionata verso il Padre misericordioso si fonda, invece, il flusso di parole che sgorga dalla penna di Neale, frutto di un dialogo costante, aperto, onesto con Dio.
Il brano che vi proponiamo è tratto dal Libro I di “Conversazioni con Dio”. In questo passaggio, Dio raccomanda all’autore – e a ciascuno di noi – di conservare sempre uno sguardo lucido verso la propria interiorità, per non rischiare di perdersi nella costante preoccupazione per la realtà esterna.
Gli eventi che ogni giorno ci travolgono e che, in qualche modo, ci mettono alla prova, sfidano la nostra stabilità, minano la nostra fiducia in noi stessi e negli altri, ci inducono ad appiattire le nostre aspettative e a reprimere i nostri desideri più alti.
Nel silenzio della preghiera e nell’ascolto profondo, invece, “il mondo interiore ci può portare a vedere“, a comprendere gli eventi e a relazionarci con gli altri senza i filtri della paura, del pregiudizio, del predominio o dell’annichilimento.
Questo sguardo può farci riscoprire la grandezza e la bellezza del progetto di vita a cui siamo chiamati, ripristinando in noi la certezza che tutto volge al bene e alla nostra piena realizzazione.
Quale altra promessa vorresti che Dio facesse? Crederesti in Me se ti promettessi qualcosa di meno? Per migliaia di anni la gente non ha prestato fede alle promesse di Dio per la più straordinaria delle ragioni: erano troppo belle per essere vere. Per cui tutti hanno finito per scegliere una promessa più modesta, un amore in tono minore. Perché la più alta delle promesse di Dio deriva dall’amore più elevato. Però voi non potete concepire un amore perfetto e quindi anche una promessa perfetta diventa inconcepibile. Come lo è una persona perfetta. Perciò non potete credere nemmeno in Voi Stessi. La mancanza di fede in ciascuna di queste cose significa la mancanza di fede in Dio. Poiché credere in Dio induce a credere nel più grande dono di Dio, un amore incondizionato, e nella Sua più grande promessa, un potenziale illimitato.