
La comunità di Grandchamp
Quest’anno la Chiesa ha affidato alla comunità di Grandchamp, il compito di preparare il materiale per la preghiera dell’unità dei cristiani.
Mah cos’è la comunità di Grandchamp?
È una comunità monastica femminile protestante, avviata nel 1940 in Svizzera da tre donne che sentirono forte la chiamata per una vita tesa verso Dio e solidale con i fratelli.
Questo movimento nasce durante la seconda guerra mondiale, in un periodo cioè di forte divisone, di crudeltà e disumanità. Geneviève, una delle fondatrici amava affermare che «Quando il mondo è sconvolto dall’angoscia Dio agisce». È proprio in quel periodo buio e lacerato dalla guerra che Dio, agisce; forse in maniera silenziosa, sfidando tra l’altro l’orgoglio maschile, perché ad accendere questa luce sono delle donne.
In quello stesso periodo Chiara Lubich, fonda in Italia, il movimento dei focolarini che ha come ideale l’unità tra le persone, tra i popoli, tra le religioni.
Anche quest’anno a fare da padrone è l’agire di Dio nei cuori degli uomini e la sua azione è tesa verso l’unità. Infatti Il tema scelto dalla Chiesa cattolica per la settimana dell’unità dei cristiani è l’appartenenza a Cristo e il versetto evangelico di riferimento è preso da Giovanni 15, 5 – 9: “Rimanete nel mio amore: produrrete molto frutto”. Quindi la scelta di questo passo è: è l’amore per Cristo a identificarci come cristiani e quest’amore si manifesta attraverso i fratelli. Un amore che costruisce, che edifica ponti che sa condividere e che sa trovare una luce in mezzo alle tenebre.
Di questo la comunità Grandchamp ne è un forte esempio. Suor Irene, una delle tre fondatrici, così scriveva in una lettera: “Il maligno è per eccellenza colui che divide. Egli vuole farci crederci che A + B non si capiranno mai, che non andranno mai d’accordo. E allora, perché darsi tanto da fare? Dentro di me però cresce sempre più forte la convinzione che invece “si può andare d’accordo anche nella diversità”. In Cristo, si stabilisce una comunione, un’intesa di anime per chi vive da cristiano, e cioè ai piedi della croce e guardandosi intorno, talvolta ci si stupisce profondamente di ritrovare quell’altro, così “lontano”, così vicino a sé, allo stesso livello, amato da uno stesso amore, ai piedi di Gesù”.