L’Oratorio

L’Oratorio

Marzo 16, 2021 Off Di Ilaria Mercurio

Nel 2017 nasce nella nostra Parrocchia, l’oratorio. È nato dalla volontà di alcuni parrocchiani di creare un punto di ritrovo per bambini e ragazzi. Dopo la sistemazione di uno spazio apposito (il salone delle bandiere) e l’acquisto di giochi e attrezzature, il 22 ottobre, parte finalmente l’oratorio, seguito da un gruppo di volontari e con l’aiuto di alcuni ragazzi.

L’oratorio offriva l’aiuto compiti e il gioco libero, completamente gratuiti e aperti a tutti. Ogni volontario, in base alle proprie disponibilità e attitudini, aiutava i bambini, creando così delle turnazioni per cercare di coprire il maggior numero di giorni possibile. Sono state, inoltre, organizzate delle feste, sempre ben accolte dalla comunità.

Si è cercato di creare un punto di aggregazione presente e il più semplice possibile, per far entrare tutti i bambini e le famiglie, senza discriminazioni di alcun genere. Un luogo, dove l’importante era creare il gruppo e divertirsi insieme, per imparare ad apprezzare al massimo il bello di fare squadra.

Avrete notato che abbiamo parlato al passato, perché da più di un anno, purtroppo l’oratorio è chiuso, per ragioni che sono facilmente intuibili. Tutti i volontari e la Parrocchia, sperano di poter al più presto ricominciare l’attività e riaccogliere tutti i bambini a giocare.

Vi lasciamo, infine, la testimonianza di una volontaria, che vuole farvi vivere, per quanto possibile, tramite il suo racconto, quello che vuol dire fare la volontaria in un oratorio.

Quando mi è stato proposto di scrivere una riflessione sulla mia esperienza di operatore presso l’oratorio parrocchiale, mi sono detta, “basterà riordinare le idee”. Invece, le idee sono arrivate veramente numerose, come i ricordi, i volti dei bimbi e i lori nomi. Credo di avere allora un’opportunità, che è quella di coinvolgere chi legge in questa esperienza. È indescrivibile l’emozione che si prova, quando capisci che i bambini, i ragazzi,  imparano a fidarsi di te, ti fanno entrare nella loro vita e ti riconoscono un ruolo, nella loro vita. Siamo entrati nelle loro famiglie, a volte difficili, a volte in punta di piedi, a volte tirati dentro da assistenti sociali, a volte con imbarazzo, a volte ridendo fino alle lacrime, a volte piangendo con loro.. Abbiamo insegnato  loro a rispettare “il più debole, il diverso” , o meglio, coloro che sono percepiti come deboli o diversi. E abbiamo insegnato loro a rispettare le regole, quelle regole che permettono a tutti di giocare, di fare merenda insieme e avere un posto nel gruppo. Perché è nel gruppo che si cresce, si impara a vivere, e si continua a crescere, proprio come è successo a me. Sono sicura di aver sbagliato, tante volte, ma voglio credere di aver aiutato i ragazzi che ho incontrato anche sbagliando, perché qualcuno avrà detto “non farò mai come quella la” … e anche quello sarà stato un insegnamento.

Margherita