
La Candelora (2 febbraio)
Il 2 febbraio prossimo si festeggia la cosiddetta Candelora. Il nome probabilmente deriva dal rito della benedizione della candele e dalla processione penitenziale, per le strade di Roma, istituita da papa Sergio I (687-701), che partiva dalla chiesa di S. Adriano al Foro e si concludeva a S. Maria Maggiore.
Nella liturgia del giorno si narra, secondo il Vangelo di Luca, che Maria e Giuseppe, portarono Gesù al Tempio e qui incontrarono gli anziani Simeone e Anna che riconobbero in quel bambino il Salvatore. In particolare Luca riporta le parole di Simeone che prendendo in braccio Gesù pronuncia una tra le preghiere più belle dei Vangeli il Nunc dimittis:
“Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele”.
Gesù è quindi riconosciuto dall’anziano quale luce nel mondo ed è per questo che le candele benedette vengono portate in processione dai fedeli, per onorare Cristo luce vera, venuto nel mondo per dissipare quelle che sono le nostre tenebre. E’ un bambino, solo un bambino, non forte né ricco, anzi debole e povero, ha appena 40 giorni e sta già affrontando il suo primo viaggio, che anticipa però l’ultimo verso la città santa di Gerusalemme. Il suo ultimo viaggio per la nostra salvezza.
Anticamente questa festa col nome di Purificazione della Beata Vergine Maria, si celebrava il 14 febbraio, precisamente 40 giorni dopo l’Epifania e in coincidenza con la festività pagana e romana della Lupercalia.
I Lupercali sono un rimasuglio superstizioso e in qualche modo licenzioso di paganesimo, come li considerava il pontefice Gelasio I (492-496), per cui furono aboliti dopo una dura lotta politica del Papa con il Senato Romano. Al Senato non rimase altro che sopprimere i Lupercali e sostituirli completamente con la festività, cristiana e di carattere mariano, della Purificazione. Ad anticipare la festa al 2 di febbraio e cioè a 40 giorni dalla nascita di Gesù ci penso poi, nel VI secolo, l’imperatore Giustiniano.
Vogliamo sottolineare che per un lunghissimo periodo questa festa è stata riservata a Maria, al ricordo di quel momento così particolare e così intimo, narrato al capitolo 2 del Vangelo di Luca, in cui la Madonna si reca al Tempio per compiere il rito legale della sua purificazione dopo il parto.
A cambiare le cose, anzi direi, la prospettiva, ci ha pensato la riforma liturgica postconciliare, che ha voluto, invece, invertendo completamente, risaltare Cristo come primogenito del Padre. Questa riscoperta centralità ha fatto sì che anche il nome della celebrazione venisse cambiato, in quello che conosciamo tutti come Presentazione al Tempio di Gesù.