Dalle Palme alla Croce

Dalle Palme alla Croce

Aprile 11, 2022 Off Di Parrocchia

Riflessione di don Vittorio sulla Settimana Santa

Perché la celebrazione della domenica delle Palme si distingue per la lunga lettura della Passione di Gesù, tratta dai Vangeli di Marco, Luca e Matteo, secondo il ciclico calendario liturgico? Perché, più semplicemente, non si ricorda “solo” l’ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme?

Questo singolo episodio della vita di Gesù, potrebbe far spargere fiumi d’inchiostro, per sua la ricchezza di particolari e per il simbolismo in esso contenuto. E allora, rileggiamolo ancora una volta, perché è tempo di soffermarsi:

Dal Vangelo secondo Luca (19,28-40)

In quel tempo, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme. Quando fu vicino a Bètfage e a Betània, presso il monte detto degli Ulivi, inviò due discepoli dicendo: «Andate nel villaggio di fronte; entrando, troverete un puledro legato, sul quale non è mai salito nessuno. Slegatelo e conducetelo qui. E se qualcuno vi domanda: “Perché lo slegate?”, risponderete così: “Il Signore ne ha bisogno”». Gli inviati andarono e trovarono come aveva loro detto. Mentre slegavano il puledro, i proprietari dissero loro: «Perché slegate il puledro?». Essi risposero: «Il Signore ne ha bisogno». Lo condussero allora da Gesù; e gettati i loro mantelli sul puledro, vi fecero salire Gesù. Mentre egli avanzava, stendevano i loro mantelli sulla strada. Era ormai vicino alla discesa del monte degli Ulivi, quando tutta la folla dei discepoli, pieni di gioia, cominciò a lodare Dio a gran voce per tutti i prodigi che avevano veduto, dicendo:«Benedetto colui che viene,  il re, nel nome del Signore.Pace in cielo e gloria nel più alto dei cieli!».
Alcuni farisei tra la folla gli dissero: «Maestro, rimprovera i tuoi discepoli». Ma egli rispose: «Io vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre».

Abbiamo appena letto di una festa con rami di ulivo e palme che servono per osannare il Signore. Un trionfo povero, senza eserciti al seguito, nemmeno un cavallo, ma un puledro e per giunta mai montato prima, un puledro inesperto …  Si forse, Gesù aveva bisogno di tutta l’inesperienza (umana) per donarci l’esperienza più grande: l’Amore di Dio Padre!

Qui mi fermo, lasciandovi alle vostre riflessioni … ma sopratutto per tornare alla prima domanda, a cui risponderà don Vittorio, parroco di questa comunità.

L’ingresso di Gesù a Gerusalemme va visto come il primo atto di un cammino che porta poi alla crocifissione del Signore. È la strada che porta al Calvario. Quei rami sono il preludio del Legno della Croce: “Ecco il Legno della Croce, al quale fu appeso il Cristo, Salvatore del mondo”( dalla Liturgia del Venerdì Santo). Nel Vangelo di Luca in particolare in questo Anno C i Farisei sono già in agguato, come avvoltoi: «Maestro, rimprovera i tuoi discepoli». Saranno anche loro a trasformare questa festa in lutto, incuranti del fatto che Dio, nella sua onnipotenza li trasformerà persino in strumenti di salvezza. La vera festa infatti deve ancora arrivare e sarà la Pasqua di Resurrezione. Proprio nel misterioso scandalo di umiliazione, di sofferenza, di abbandono totale verso il quale Gesù sta camminando, si compie il disegno salvifico di Dio. Nell’impatto con la croce la fede vacilla: il peso di una forca schiaccia il Giusto per eccellenza e sembra dar ragione alla potenza dell’ingiustizia, della violenza e della malvagità. Sale inquietante la domanda del «perché» di questo cumulo insopportabile di sofferenza e di dolore che investe Gesù, il Crocifisso, e con lui tutti i crocifissi della storia. Sulla croce muoiono tutte le false immagini di Dio che la mente umana ha partorito e che noi, forse, continuiamo inconsciamente ad alimentare, come il popolo che “inneggia” il giorno in cui Gesù fa il suo ingresso nella Città Santa. Questo non è un re qualsiasi, è il Re dell’Amore crocifisso, che ha purificato la loro fede e che continua a purificare anche la nostra. Perché questo è il solo Re che attraverso la sofferenza, la morte e persino la guerra conduce al mistero della Resurrezione.